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teatro
Primo Amore
“Se appena ti vedo, subito non posso più parlare: la lingua si spezza: un fuoco leggero sotto la pelle mi corre: nulla vedo con gli occhi e le orecchie mi rombano: un sudore freddo mi pervade: un tremore tutto mi scuote: sono più verde dell’erba: e poco lontano mi sento dall’essere morto. Ma tutto si può sopportare”
Questo testo è il primo monologo che scrivo. È il racconto di un piccolo nóstos, un ritorno a casa dopo molti anni. C’è un uomo che una volta era stato un ragazzo e che dopo molti anni ritrova in un caffè un altro uomo che una volta era stato un ragazzo e che aveva, fugacemente amato con tutta la vita dei quindici anni.
Questo piccolo ritorno senza importanza è la stenografia emotiva di un pensiero, è la frammentazione di un ricordo riemerso alla mente e subito dopo scomparso. Ma non è un funerale del passato. Semmai è la celebrazione della giovinezza, un omaggio al cuore libero dell’uomo, una pietra lanciata contro qualsiasi ghettizzazione dei sentimenti. LETIZIA RUSSO
Se è davvero il Primo, e se è davvero Amore. L’Ultimo Amore, invece, spesso coincide col Primo, se è vero che quel che genera il Non sapere è per sempre, a differenza di quel che si sa, che è per Oggi.
PRIMO AMORE la storia di un ritorno, dopo che il Tempo ha levigato vendetta e passione. Un uomo che è stato Ragazzo ritorna da un ragazzo che è diventato Uomo. A 15 anni si erano amati. Fugacemente, ma con tutta la vita dei 15 anni.
PRIMO AMORE la storia di un ritorno, perché i ricordi puzzano, e così Uno va a cercare il luogo e il tempo dove il fetore è cominciato, per far sì che il Tempo torni a scorrere e non sia sempre lo stesso Oggi: l’oggi dell’amore sospeso, dell’amore da soli, dell’amore immaginato.
testo Letizia Russo
regia Michele Di Mauro
interprete Roberto Turchetta
luci Tiziano Ruggia
suoni Alessio Foglia
assistenti alla regia Gabriele Zecchiaroli Federica Bonani
co-produzione Cubo Teatro