IN DISTRIBUZIONE

L'uomo
col Magnetofono

Con Stefano Accomo, Jacopo Crovella
Sound design Max Magaldi
Psicoanalizzati da Girolamo Lucania e Matteo Bessone
Una produzione Cubo Teatro

Una lettura, uno spettacolo, un’improvvisazione divisiva ma interessante tratta dalla storia incredibile di J. J. Abrahams, ritrovata e pubblicata da J. P. Sartre.

Jean-Jacques Abrahams è nato l’18 dicembre 1935 da una famiglia belga ed ebrea benestante. Suo padre, Raymond, era un importante avvocato, mentre sua madre, Julienne, era figlia di un industriale tessile. Fin da giovane, Jean-Jacques era uno studente brillante e aveva il sogno di diventare pilota, ma i suoi genitori lo hanno costretto a studiare giurisprudenza. Si è laureato in diritto internazionale privato all’età di 21 anni e ha iniziato a lavorare presso lo studio legale di suo padre. Mostrando un talento superiore a quello del padre, a 31 anni Jean-Jacques ha improvvisamente smesso di lavorare e ha iniziato a vagare tra la Francia e il Belgio a spese della famiglia.

Jean-Jacques ha incontrato la psicoanalisi quando aveva solo 14 anni. L’iniziativa è stata presa, come si può immaginare, da Raymond, il severo padre avvocato. Le ragioni esatte non le conosciamo, ma sappiamo che Jean-Jacques ha vissuto la terapia come un obbligo e un’aggressione alla sua innocenza e gioventù. Ha frequentato la terapia due o tre volte alla settimana per quindici anni.

All’età di 32 anni, Jean-Jacques torna dal suo psicoanalista, il dottor Van Nypelseer, dopo una pausa di tre anni. Tuttavia, questa volta torna armato, anche se non con una pistola, un fucile o un coltello, bensì con un terzo elemento ingombrante e scomodo: un magnetofono.

J.J. era determinato a confrontarsi con il dottore e a testimoniare la sua esperienza. Una settimana dopo la sessione con il magnetofono, viene prelevato dalla polizia e internato nell’ospedale psichiatrico di Laken. Riesce a fuggire, ma successivamente subisce altre ospedalizzazioni forzate. Nel 1968, scrive una lettera destinata alla rivista filosofica Les Temps Modernes (fondata nel 1944 da Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre), in cui racconta la storia della sua fuga dal reparto psichiatrico.

Propone al direttore della rivista di pubblicare la trascrizione del dialogo con il suo psicoanalista, che aveva registrato proprio grazie al magnetofono, questo fastidioso terzo incomodo. Il dialogo psicanalitico, come Abrahams suggerisce di chiamarlo, scatenerà un vivace dibattito all’interno della redazione: il testo verrà pubblicato l’anno successivo. Tuttavia, Pontalis e Pingaud, contrari alla pubblicazione della trascrizione e quindi in aperto contrasto con Sartre, decideranno poco dopo di abbandonare la redazione della famosa rivista.

Per maggiori informazioni e richiesta di materiali contattare:

distribuzione@cuboteatro.it

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